Arco degli Argentari

L'Arco degli Argentari è una piccola porta situata tra l'Arco di Giano e la chiesa di San Giorgio al Velabro, per la precisione inserita nella facciata di quest'ultima. Aveva la funzione di congiungere un'antica strada (il Vicus Iungarius) al Foro Boario.

Come si legge dall'iscrizione in alto, l'arco è un omaggio fatto dai banchieri e dai commercianti boari agli Augusti Settimio Severo (padre di Caracalla e Geta), Caracalla, Giulia Domna (madre di Caracalla e Geta), Fulvia Plautilla (moglie di Caracalla) e Geta (fratello di Caracalla).

L'arco è di rilevante importanza a causa dell'abrasione dei volti e dei nomi di Geta e Fulvia Plautilla a seguito della Damnatio Memoriae perpetrata a loro danno da Caracalla stesso.

Geta e Caracalla erano ambedue imperatori (proclamazione che avvenne a York), ma Geta era in continuo scontro col fratello, al punto che Caracalla lo fece assassinare; Geta morì tra le braccia della madre Giulia Domna. In seguito, Caracalla lo condannò a damnatio memoriae; la sua effige ed il suo nome sono stati rimossi anche dall'arco di Settimio Severo, presente nel Foro Romano.

Stessa sorte conobbe la moglie di Caracalla, Fulvia Plautilla, che venne dal marito esiliata a Lipari, dove fu poi uccisa e sottoposta a damnatio memoriae.

 

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